#8 Cose meravigliose
In questa lettera parliamo di meraviglia e di «cose mirabili», di natura che dà e che toglie, passando attraverso le parole di due scrittrici che in questi mesi mi hanno dato tantissimo.
Ciao a te, che stai leggendo 🍪
Settembre è arrivato ed è già finito. Settembre che, più di gennaio, rappresenta l’inizio delle cose. Un mese con cui mi sembrava di aver fatto pace, da quando non ho più una scuola da iniziare o un esame universitario da dare. Eppure. Eppure eccomi qua, che non so come cominciare questa lettera che doveva essere dedicata alla «meraviglia» e a tutte le «cose mirabili», quindi da ammirare. Insomma, un invito a iniziare questo mese sempre carico – di cose da fare, di promesse, di sensi di colpa annidati dietro l’angolo, di buoni propositi – prendendosi del tempo per rallentare. Per non farsi sopraffare e osservare. Anzi: ammirare. Cosa? Le piccole cose, sempre quelle. Una sorta di guida per sopravvivere a settembreottobre, trovando i giusti nutrimenti meravigliosi. Doveva, e lo sarà. Ci arriviamo.
Ma la vita si è messa in mezzo, e in Emilia-Romagna ha portato con sé una pioggia durata giorni, poi è passata anche quella lasciando dietro di sé una ricordi dolorosi e una domanda: perché?
Mentre cerco risposte a questa domanda, o almeno ci provo, mentre osservo foto e video di questa terra rivoltata, sapendo in fondo che è solo colpa nostra, penso: non abbiamo capito niente. Dobbiamo ripensare tutto, e dobbiamo farlo ora.
In questa ricerca, due libri mi hanno aiutata in modo particolare. Perché, in fondo, alla fine è sempre quello che faccio: cercare rifugio nelle parole altrui.
Cose mirabili
«Per essere coleotteri, le lucciole hanno una vita lunga e intensa - della durata media di due anni - che trascorrono però in gran parte sotto terra, a mangiare e dormire sontuosamente fino a sazietà. Nel momento in cui noi scorgiamo il bagliore di quei segnali luminosi, a loro in genere non restano che un paio di settimane di vita. Nello scoprire questo fatto, da bambina – quando non era raro vedermi passeggiare con lentezza in qualche cortile spoglio, a trastullarmi e nient’affatto pronta a rientrare per la cena -, ero scivolata nella malinconia, malgrado l’idea di quel loro scintillio. Non riuscivo a capacitarmi del fatto che una cosa tanto piena di luce potesse andarsene così in fretta.»
Rileggo questo estratto da Un mondo di meraviglie. Elogio di lucciole, squali balena e altri prodigi di Aimee Nezhukumatathil, pubblicato per nottetempo a inizio di quest’anno e accompagnato dalle bellissime illustrazioni di Fumi Nimi Nakamura (per chi volesse capire meglio di cosa si tratta, qui c’è un articolo di Mara Famularo su minima&moralia). Lo rileggo e mi fa un effetto diverso ora, forse perché alla fine il segreto è già tutto qui, a pagina 26, e non me n’ero accorta prima.
Non si contano più i libri che associano la «meraviglia» alle piccole (grandi) cose naturali, a quel mondo di microrganismi, insetti, anfibi, animali, piante e quant’altro, e ci ricordandoci cos’è davvero ciò che conta. Questo è un altro, ad esempio, pubblicato da uno dei profili su Instagram che più amo:
Un pensiero naïve, considerando la deriva che stiamo prendo? Forse, ma io ci credo. Forse proprio per la deriva che stiamo prendendo, c’è molta verità in questo.
Un mondo di meraviglie è, dunque, una guida imperfetta, personalissima e poetica, che contiene delle “lezioni” per disimparare tutto ciò che crediamo di sapere su di noi, sul nostro posto nel mondo e su una natura da cui ci siamo distaccati e abbiamo cercato di dominare. Ma anche lezioni per allenare lo sguardo e aprirlo alla meraviglia che può essere ovunque sotto e sopra di noi, attorno a noi. Leggendo di lucciole, axolotl, catalpa, fiore cadavere o calamaro vampiro, ci accorgiamo di non essere soli: facciamo parte dello stesso orizzonte (Saremo orizzonti e ci potremo ammirare, canta Cosmo nel brano Le cose più rare – torna tutto, insomma).
Uno degli aspetti che più mi ha colpito è l’associazione tra la meraviglia e lo sguardo selvatico dell’infanzia, di quando si è bambini e tutto è nuovo e sconosciuto e interessante e misterioso, allora passabile di stupore e, dunque, meraviglia. Un pensiero che sento molto mio (chi mi conosce, sa).

Conservare dentro di sé quello spirito bambino per guardare le cose del mondo: questa è certo una strada per recuperare la meraviglia. Lo suggerisce anche Rachel Carson, biologa marina e madre del movimento ambientalista, in quel saggio breve, ma imprescindibile e lucidissimo che è Brevi lezioni di meraviglia. Elogio della natura per genitori e figli pubblicato postumo e incompiuto per Aboca, con le illustrazioni – sempre magnifiche – di Elisa Talentino. Di nuovo, una lezione. Di nuovo un elogio. Di nuovo, il mondo naturale che torna fuori, primordiale e prepotente e vivo. Di nuovo, lo sguardo-bambino, che va preservato perché “più vicino alle piccole cose” e va educato, fin da piccolissimo, all’esperienza diretta della natura e al suo rispetto.
«Il mondo di un bambino è fresco, nuovo e bellissimo, pieno di meraviglia ed eccitazione. È davvero una sfortuna che per la maggior parte di noi questa visione limpida, questo istinto autentico per ciò che è bello e ispira incanto, si oscuri fino a perdersi ancor prima di raggiungere l’età adulta. Se avessi un qualche influsso sulla fata buona che veglia sul battesimo di tutti i piccoli, chiederei che il suo dono per ogni bimbo del mondo fosse un senso di meraviglia così indistruttibile da durare tutta la vita, come antidoto infallibile contro la noia e il disincanto degli anni futuri, la sterile preoccupazione per cose che sono artificiali, l’alienazione dalle sorgenti della nostra forza.»

Allenare la meraviglia, in cerca di lucciole
Scrivo questa lettera, appunto, qualche giorno dopo la terza alluvione che in sedici mesi ha colpito, di nuovo, l’Emilia-Romagna. Scrivo continuando a farmi quella domanda, scrivo e rileggo molti dei passaggi che ho sottolineato in questi due testi, perché ho bisogno di cavare meraviglia dal fango. Scrivo e provo stanchezza, ma poi trovo questo passaggio in Brevi lezioni di meraviglia.
C’è sì, come scrive, una «bellezza simbolica oltre che reale» nella natura, ma è altrettanto vero che la meraviglia è una “qualità dell’occhio e del cuore prima che dell’oggetto”.
Nezhukumatathil, poi, domanda a un certo punto del libro: “Cosa perdi se cresci senza conoscere il nome delle diverse varietà di lucciole?”
Io non lo so. Continuo a chiedermelo, e intanto guardo fuori dalla finestra. Dicevo: questa lettera voleva essere una guida, più o meno. Per invitarci a cercarla, questa meraviglia, anche quando non sembra esserci altro che fango. Anche quando fuori piove per tre giorni e l’acqua si riprende tutto. Forse, allora, dobbiamo guardare meglio. Allenare il nostro occhio e il nostro cuore. Farci piccoli, come i bambini. Esercitarci a non sapere, lasciando andare ogni (pre)concetto. Tornare a quell’ordinario che abbiamo perso. Tornare umani, nel senso di esseri facenti parte della natura. Una singola lucciola può accedere un ricordo, continua Nezhukumatathil, può essere una scintilla per qualcosa di più grande. O ancora:
«La meraviglia è così: serve un po’ di pazienza, e serve trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Ci chiede di essere abbastanza curiosi da rinunciare alle piccole distrazioni per scoprire il mondo.»
Io, qui, voglio farmi lucciola. Voglio avere pazienza, essere curiosa e non accontentarmi. Far scaturire scintille. Esercitare la meraviglia, così da provare rispetto per tutto ciò che ci circonda e, quindi, averne cura. Difenderlo. Per noi, per chi verrà dopo.
Cose da scrivere
Quali sono le tue fonti di meraviglia? Quando esci di casa e cammini fuori, su cosa si sofferma il tuo sguardo? Cosa suscita stupore e ammirazione? Se ti va di raccontarmelo, puoi farlo lasciando un commento.
Cose da ascoltare (non richieste)
Non so perché, ma questo brano l’ho sempre associato al puro stupore e alla sorpresa. Alla meraviglia, insomma.
Cose di #settembre
sono diventata zia di una bambina adorabile che si chiama Dalia, come il fiore;
ho tenuto il corso per Holden per le Scuole presso una scuola media di Faenza, ed è stato pazzesco; abbiamo ragionato insieme su che cos’è una storia, qual è la differenza tra narrare e raccontare (sì, c’è ed è molta) e abbiamo provato a scrivere un racconto;
ho festeggiato il mio compleanno e, come regalo, ho chiesto degli albi illustrati belli da far piangere (ne parlerò, promesso).
(Cose da promuovere)
Un altro corso, ma stavolta la paura è doppia (se posso dirlo). È da tempo che lo sogno: tenere un corso tutto mio non per persone piccole, o medio-piccole, ma adulte, però sul mondo delle persone persone piccole, o medio-piccole. Parlare di cosa piace a loro e dell’importanza che le storie hanno, trovando ganci, spunti e strumenti.
📚 Si chiama Cose da ragazz*. Educazione alla lettura e alla scrittura, e vuole essere un corso per fornire tutte le risorse a insegnanti, educatori ed educatrici (o altre persone curiose) da restituire a bambin* e a ragazz* (qui tutte le info).
Se ti ci ritrovi, se vuoi cimentarti con le storie e un po’ di scrittura, be’, forse il corso che fa per te ❤️
Per il resto, se hai letto fin qua, grazie.
A ottobre, cerchiamo di coltivare la meraviglia, oltreché le zucche e l’atmosfera spooky. A presto!
Credo che per me il senso di stupore e meraviglia coincida (o quasi) con il concetto kantiano di sublime. Il mio spirito reagisce alla grandezza, alle dimensioni apocalittiche, ai vasti spazi incontrastati, ai monumenti colossali - naturali o artificiali che siano -, agli spazi liminali che si ripetono all'infinito. Mi meraviglio di fronte al new weird, all'innaturale duplicarsi delle cose, al torcersi della mente umana e al suo precipitare in una spirale con geometrie impossibili. Ma mi meravigliano anche gli odori buoni e naturali, come quello dello sterco di mucca d'alpeggio, di gelsomino, di pane caldo; il rumore croccante di una crostata tagliata col coltello, il cinguettio mattiniero degli uccelli quando fuori le grondaie gelate gocciolano. E tanto di più.
Meraviglia per me sono gli alberi, i rami e le foglie che si muovono e fanno muovere la luce ✨