In questa lettera parliamo di attesa e di ciò che accade in mezzo, di balene che per vederle bisogna fermarsi e guardare bene, e di foto analogiche decisamente storte e imperfette.
Appena ho letto attesa, ho subito ripensato al libro "Waiting for Godot" di Samuel Beckett (ebbi la fortuna di vedere lo spettacolo teatrale a Londra nell'ormai lontano 2009 con Ian McKellen nel ruolo di Estragon). Due passaggi:
ESTRAGON: He should be here.
VLADIMIR: He didn't say for sure he'd come.
ESTRAGON: And if he doesn't come?
VLADIMIR: We'll come back tomorrow.
ESTRAGON: And then the day after tomorrow.
VLADIMIR: Possibly.
ESTRAGON: And so on.
VLADIMIR: The point is –
ESTRAGON: Until he comes.
•••
VLADIMIR: We are no longer alone, waiting for the night, waiting for Godot, waiting for . . . waiting. All evening we have struggled, unassisted. Now it's over. It's already tomorrow.
Credo che in un mondo dettato sempre più dalla fretta e dalle ricompense istantanee, saper attendere, saper pazientare, saper rallentare, siano superpoteri.
Come sono felice che tu abbia condiviso questo passaggio! 🥹 È interessante perché qui si punta l'attenzione alla quasi inutilità dell'attesa: aspettiamo sempre qualcosa, che sia un cambiamento, la felicità, l’intervento di qualcuno o di qualcosa, un nostro "Godot" che, ancora una volta, non arriverà (forse domani, chissà), e ci impedisce di goderci il presente. Ma al tempo stesso, penso che sia vero anche il contrario, questa capacità di aspettare, pazientare, invece di riempire il tempo e ogni "buco" o "vuoto" con qualcosa, senza lasciare passare il tempo necessario affinché le cose accadano o arrivino è deleterio, e intanto fare-fare-fare senza un senso preciso.
Insomma, dobbiamo trovare una via di mezzo tra Estragon e Vladimir e come ci stiamo comportando oggi 😉
Che coincidenza, Alessia: proprio dieci giorni fa, in un gruppo di lettura sugli albi illustrati, sono inciampato in "Se vuoi vedere una balena" (che conoscevo) e "E poi... è primavera" (che non conoscevo). Grazie per questo tuo intenso racconto.
E grazie per avermi ricordato della mostra su Escher! A proposito, ti consiglio un bel graphic novel su di lui: "Escher. Mondi impossibili" di Lorenzo Coltellacci e Andrès Abiuso.
Le coincidenze belle, direi. Sono felice che tu abbia incontrato anche "E poi... è primavera", che merita tantissimo secondo me. E grazie a te per il consiglio! Amo Escher, vedo di recuperarmi il graphic novel il prima possibile ❤️
Grazie dolce Ale, come sempre ♥️ Questa letterina arriva proprio al momento giusto ( a casa super influenzata argh! Ti leggo da sotto le coperte ), quanto è difficile fermarsi senza scalpitare! Dobbiamo fare come quei semini "che ce la stanno mettendo tutta", ci vuole tempo per far accadere le cose 🥹 La dimensione dell'attesa ha qualcosa di così mistico, anche solo scattare foto che non puoi vedere subito ( e dimenticare ciò che hai scattato ) è di per sé pazzesco!
Grazie, per gli spunti meravigliosi e per questo appuntamento a merenda (che è il mio preferito) ♥️
Dolce Marti! Fermarsi, soprattutto quando è il corpo a chiederlo e avresti mille cose da fare, è davvero difficile (ma dovremmo imparare ad ascoltarlo un po' di più). Spero che ti riprenda presto! Comunque sì, noi siamo assolutamente quei semini "che ce la stanno mettendo tutta", e so che le cose belle arriveranno, non ho dubbi ❤️
Grazie per la tua dolcezza e le tue parole, sempre preziosissime ✨
Appena ho letto attesa, ho subito ripensato al libro "Waiting for Godot" di Samuel Beckett (ebbi la fortuna di vedere lo spettacolo teatrale a Londra nell'ormai lontano 2009 con Ian McKellen nel ruolo di Estragon). Due passaggi:
ESTRAGON: He should be here.
VLADIMIR: He didn't say for sure he'd come.
ESTRAGON: And if he doesn't come?
VLADIMIR: We'll come back tomorrow.
ESTRAGON: And then the day after tomorrow.
VLADIMIR: Possibly.
ESTRAGON: And so on.
VLADIMIR: The point is –
ESTRAGON: Until he comes.
•••
VLADIMIR: We are no longer alone, waiting for the night, waiting for Godot, waiting for . . . waiting. All evening we have struggled, unassisted. Now it's over. It's already tomorrow.
Credo che in un mondo dettato sempre più dalla fretta e dalle ricompense istantanee, saper attendere, saper pazientare, saper rallentare, siano superpoteri.
Come sono felice che tu abbia condiviso questo passaggio! 🥹 È interessante perché qui si punta l'attenzione alla quasi inutilità dell'attesa: aspettiamo sempre qualcosa, che sia un cambiamento, la felicità, l’intervento di qualcuno o di qualcosa, un nostro "Godot" che, ancora una volta, non arriverà (forse domani, chissà), e ci impedisce di goderci il presente. Ma al tempo stesso, penso che sia vero anche il contrario, questa capacità di aspettare, pazientare, invece di riempire il tempo e ogni "buco" o "vuoto" con qualcosa, senza lasciare passare il tempo necessario affinché le cose accadano o arrivino è deleterio, e intanto fare-fare-fare senza un senso preciso.
Insomma, dobbiamo trovare una via di mezzo tra Estragon e Vladimir e come ci stiamo comportando oggi 😉
Che coincidenza, Alessia: proprio dieci giorni fa, in un gruppo di lettura sugli albi illustrati, sono inciampato in "Se vuoi vedere una balena" (che conoscevo) e "E poi... è primavera" (che non conoscevo). Grazie per questo tuo intenso racconto.
E grazie per avermi ricordato della mostra su Escher! A proposito, ti consiglio un bel graphic novel su di lui: "Escher. Mondi impossibili" di Lorenzo Coltellacci e Andrès Abiuso.
Le coincidenze belle, direi. Sono felice che tu abbia incontrato anche "E poi... è primavera", che merita tantissimo secondo me. E grazie a te per il consiglio! Amo Escher, vedo di recuperarmi il graphic novel il prima possibile ❤️
Grazie dolce Ale, come sempre ♥️ Questa letterina arriva proprio al momento giusto ( a casa super influenzata argh! Ti leggo da sotto le coperte ), quanto è difficile fermarsi senza scalpitare! Dobbiamo fare come quei semini "che ce la stanno mettendo tutta", ci vuole tempo per far accadere le cose 🥹 La dimensione dell'attesa ha qualcosa di così mistico, anche solo scattare foto che non puoi vedere subito ( e dimenticare ciò che hai scattato ) è di per sé pazzesco!
Grazie, per gli spunti meravigliosi e per questo appuntamento a merenda (che è il mio preferito) ♥️
Dolce Marti! Fermarsi, soprattutto quando è il corpo a chiederlo e avresti mille cose da fare, è davvero difficile (ma dovremmo imparare ad ascoltarlo un po' di più). Spero che ti riprenda presto! Comunque sì, noi siamo assolutamente quei semini "che ce la stanno mettendo tutta", e so che le cose belle arriveranno, non ho dubbi ❤️
Grazie per la tua dolcezza e le tue parole, sempre preziosissime ✨